A New Week Incipit 📖 Fate il vostro gioco - Antonio Manzini

By - 18.12.18
TBS The Book Seeker A New Week Incipit
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Nuovamente di martedì per lasciare spazio, ieri, alla recensione di Cinzia di Leo Ortolani (la trovate qui), l'A New Week Incipit di questa settimana ospita Fate il vostro gioco di Antonio Manzini, arrivato in libreria l'11 ottobre per Sellerio.

Mentre io continuo a lanciare improperi contro questo template che, per qualche oscuro motivo, decide a caso, ogni tanto, di non mostrare l'anteprima delle recensioni nella pagina principale (ARGH), vi lascio alla lettura dell'inizio di questa nuova avventura del vicequestore Rocco Schiavone, oltre che della scheda completa di trama e delle info sull'autore. Mi raccomando, fatemi sapere se vi è venuta voglia di recuperarlo! 📖

Incipit

Sul cielo sopra Trastevere nuvole grigie si rincorrevano come cani. Il vento però trafficava solo lassù, fra i vicoli e le strade si percepiva la solita umidità che penetrava nelle ossa. Rocco si attaccò al citofono per dieci secondi buoni. Attese. Non rispondeva. Due passi indietro per dare un’occhiata alla casa. Finestre buie, tende aperte, Sebastiano neanche si affacciava per vedere chi fosse. Fu sora Letizia a spuntare dalla finestra del primo piano chiudendosi lo scialletto di lana sul petto. «Rocco?».
«Non mi risponde!».
La vecchina dondolò la testa, poi si mise una mano a cucchiarella accanto alla bocca e sottovoce disse: «Ieri gli ho portato la spesa. Sta bene, un po’ dimagrito ma sta bene».
«Sora Leti’, je può di’ che deve rispondermi e che lo sto a cerca’?».
«Certo fijo, certo» poi riprese a bassa voce: «Ma che è successo? Perché non te parla più?».
«È ’na storia lunga. Diciamo che non si fida più di me».
«De te?».
«Già».
Sora Letizia giunse le mani con uno schiocco. «Ma roba da matti. Siete amici da quando ve la facevate nei pantaloni e mo’ nun te parla più?».
«È così!».
«Anvedi Rocco, come stai!» il panettiere zozzo di farina passò alle sue spalle con la sigaretta spenta in bocca.
«Ciao Amede’... Senta, sora Leti’, lei ce riprovi e je dica che aspetto una sua telefonata e je dica pure che a porta’ i fiori a Adele vado io, visto che lui non può uscire».
«Sì, va bene, Rocco. E fai una preghiera a Adele pure da parte mia».
«Sora Leti’, io nun prego».
«Male, fijo mio, male. Poi il giorno che te presenti da Lui che je racconti?».
«Che ero assente all’ora di religione. Me stia bene e me saluti sor Sabatino».
Si voltò e si incamminò verso il lungotevere dove aveva trovato parcheggio. Ogni recesso di quelle strade nascondeva un ricordo, anche se cercava di non pensarci. All’angolo con via del Moro gli tornò in mente il visino di Mariadele, la sua prima ragazza, avevano dodici anni. Si erano scambiati un solo bacio, toccandosi appena le labbra, poi dopo una settimana si erano lasciati, Rocco giocava sempre a pallone e non stava mai insieme a lei. Un bacio solo, rapido, ma abbastanza da dargli l’impressione di aver toccato una lumaca. «Che schifo, Brizio, baciare le donne» aveva detto al suo amico. «Infatti. Palla!».
Il garage di Primo invece era diventato un bistrot. Una volta era una spelonca buia e sporca di olio dove insieme a Furio truccavano i carburatori dei motorini. «Mannaggia a la matina, ’ndo’ sta la chiave da 11?» urlava Primo con le mani sporche di grasso. «Sor Primo, l’ha presa Furio!». «Quant’è vero Iddio ve spacco la testa a tutti e due!». Ancora gli sembrava di sentire il vocione del meccanico rimbalzare sui muri delle case. E lì, a via Benedetta, proprio sopra piazza Trilussa, al balconcino del primo piano abitava Stella, che a trent’anni sarebbe diventata la ragazza di Brizio. Stella aveva una madre che faceva girare la testa a tutti. Rocco se la sognava di giorno e di notte, ma era sicuro che lo stesso accadeva a mezza Trastevere. Anche il bar di Settimia non c’era più, adesso vendevano jeans e magliette, ed era sparito pure Silvio il fruttarolo per fare posto a una galleria d’arte che esponeva croste multicolori. Tutto passa, tutto cambia, niente muore e tutto si trasforma. E lui? Cos’era diventato? Si guardò di sfuggita nella vetrina di un ristorante ma non si soffermò a specchiarsi. C’era poco da vedere e quel poco non gli piaceva. Attraversò Ponte Sisto, il Tevere era giallo putrido. Incrociò un gruppo di asiatici che seguiva una ragazza con un ombrellino rosso puntato verso l’alto. Si guardavano intorno, circospetti e eccitati, neanche stessero per entrare in un territorio di Apache ostili.
Risalì in macchina tentato di rimettersi in viaggio per Aosta. Cosa restava a fare un’altra notte in albergo a Roma? Brizio e Furio si erano dileguati in un mare di scuse fasulle e impegni inventati. Non aveva fame, non aveva sete, sentiva un sapore acido in bocca e lo stomaco gli bruciava. Provò ad accendersi una sigaretta ma la gettò fuori dal finestrino dopo due boccate. Aveva seguito il suggerimento di Stella, la donna di Brizio, l’unica che gli avesse parlato al telefono: piazzati sotto casa di Sebastiano finché non ti apre. L’aveva fatto, ed era stato inutile. Pensava all’amico, chiuso in casa come un orso in gabbia che segnava con zampate ampie e rumorose il perimetro dell’appartamento masticando odio e rancore col braccialetto dei domiciliari alla caviglia. Una bomba che prima o poi sarebbe esplosa e, sperava Rocco, non nel petto del suo amico. Fermo al semaforo doveva decidere se andare in albergo a dormire o prendersi la sacca e tornarsene ad Aosta.
Girò verso la Salaria e l’albergo. E cosa unica più che rara, non trovò traffico. Come se la città stessa lo invitasse ad andarsene.
Leggi i segnali, Rocco, si disse. Al nemico che fugge, ponti d’oro!
Giusto il tempo di riprendere Lupa, la valigia, pagare il conto e lasciare Roma, dritto verso Firenze, in sei ore di macchina avrebbe raggiunto la Valle a tarda sera. Accese la radio, stava trasmettendo Ticket to ride dei Beatles. «Ti serve altro, Schiavo’?» disse ad alta voce.
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Antonio Manzini • Fate il vostro gioco

Fate il vostro gioco Antonio Manzini Sellerio Rocco Schiavone
Sellerio • 11 ottobre 2018 • 391 pagine
brossura € 15.00 • eBook € 9.99
amazon.it

L'autore

Attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica), Antonio Manzini ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l'antologia Crimini.
Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell'antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014). Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull'orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio).

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