A New Week Incipit gioca con la parola incipit, appunto, sostantivo che deriva dal verbo latino incipere (incominciare). Quale giorno della settimana poteva mai essere dedicato a questa rubrica se non il lunedì?
E quale modo migliore per iniziare una nuova settimana se non quello di proporvi un assaggino di un libro riportandovi qui il suo inizio, sperando di stuzzicare il vostro appetito letterario?
Buon lunedì, lettori!E quale modo migliore per iniziare una nuova settimana se non quello di proporvi un assaggino di un libro riportandovi qui il suo inizio, sperando di stuzzicare il vostro appetito letterario?
Per ripartire, l'A New Week Incipit di questa settimana ospita Tu di Caroline Kepnes, un thriller incredibilmente avvincente che mi ha folgorata praticamente per caso un po' di tempo fa.
Protagonista di questa storia è Joe, uno stalker completamente folle ma incredibilmente lucido, ossessionato da Beck, una ragazza che un giorno entra nella libreria in cui lui lavora. In un crescendo di tensione e follia, questo romanzo è capace di appiccicare addosso al lettore un'inquietudine pari a quella che si prova guardando un episodio di Black Mirror.
L'ho scelto per tre motivi, uno più valido dell'altro:
- È uno dei romanzi più belli che abbia mai letto, e di conseguenza rientra fra quelli che mi portano ad ossessionare CHIUNQUE con continui "Leggilo, leggilo, leggilo, LEGGILO!!";
- Ne hanno tratto una serie che è disponibile su Netflix dal 10 settembre;
- Nel 2016 la Kepnes ha pubblicato il seguito, Hidden Bodies, che però non è ancora stato pubblicato in Italia, e quindi questo post vuole anche essere un disperato appello alla Mondadori perché si decida a pubblicarlo il prima possibile.
Entri in libreria e tieni la mano sulla porta per evitare che sbatta. Sorridi, imbarazzata dalla gentilezza del tuo gesto, e le tue unghie sono nude e il tuo maglione a V è beige ed è impossibile capire se porti il reggiseno ma secondo me no. Sei così pulita che sei indecente e mormori la tua prima parola - ciao - mentre la maggioranza delle persone tirerebbe dritto e basta, ma non tu, con i tuoi jeans rosa larghi, un rosa uscito dalla Tela di Carlotta e da dove sei sbucata?
Sei classica e minuta, la mia piccola Natalie Portman verso la fine del film Closer, quando ha il viso giovane e fresco e ha chiuso con quei due brutti ceffi inglesi e se ne torna in America. Sei arrivata da me, finalmente recapitata a casa, un martedì alle 10.06 del mattino. Ogni giorno faccio il pendolare dalla mia casa a Bed-Stuy a questa libreria nel Lower East Side. Tutti i giorni chiudo senza trovare nessuno come te. Guardati, nata nel mio mondo oggi. Sto tremando e mi calerei un Tavor ma le pastiglie ce le ho al piano di sotto e non mi va di calarmi niente. Non voglio andare dabbasso. Voglio stare qui, pienamente, a guardarti mentre ti mordi le unghie senza smalto e giri la testa a sinistra, no, ti mordi quel mignolo, sgrani quegli occhi, a destra, no, passi oltre le biografie, il self-help (grazie a Dio) e rallenti quando arrivi alla narrativa.
Sì.
Ti lascio sparire tra gli scaffali - Narrativa F-K - e non sei la solita ninfa insicura a caccia di un Faulkner che non finirai mai, non comincerai mai; un Faulkner che si indurirà e calcificherà, sempre che i libri possano calcificare, sul tuo comodino; un Faulkner che ha l'unica funzione di convincere gli uomini da una botta e via che sei sincera quando giuri che non fai mai quelle cose. No, tu non sei come quelle ragazze là. Non metti in mostra Faulkner e i tuoi jeans sono larghi e hai un colorito troppo sano per Stephen King e sei troppo poco trendy per Heidi Julavits e chi, chi comprerai? Starnutisci, forte, e io immagino come strilli quando raggiungi l'orgasmo. «Salute!» grido.
Fai una risatina e gridi pure tu, arrapata che sei: «Anche a te, amico».
Amico. Stai flirtando e se fossi il classico stronzo che usa Instagram, fotograferei la targhetta F-K, ripulirei la bimba da tutta la roba che non serve e scriverei sotto:
F**K, cazzo, l'ho trovata.
Calmati, Joe. Alle donne non piace quando un tizio va troppo diretto, ricordo a me stesso. Grazie a Dio è entrato un cliente ed è difficile trovare un senso al suo prevedibile Salinger - del resto, è sempre difficile. Quanti anni ha 'sto tizio, trentasei?, e se lo legge solo adesso Franny e Zooey? Ma per piacere. Figurarsi se lo legge. Serve solo a coprire i Dan Brown che ha in fondo al cestino. Se lavori in una libreria impari subito che la maggior parte della gente si sente in colpa per essere quel che è. Infilo il Dan Brown per primo nel sacchetto come se fosse pedopornografia e gli dico che Franny e Zooey è un libro figo e lui fa di sì con la testa e tu sei ancora nella zona F-K perché intravedo il tuo maglione beige tra gli scaffali, a malapena. Se allunghi il braccio ancora un po', ti vedo la pancia. Ma non lo farai. Prendi un libro e ti siedi in corridoio e magari rimani lì tutta la notte. Magari va a finire come nel film con Natalie Portman Qui, dove batte il cuore, liberamente tratto dal romanzo di Billie Letts - sopra la media, per quel genere di schifezze -, e ti troverò qui nel cuore della notte. Solo che non sarai incinta e io non sarò il tizio innocuo del film. Mi chinerò su di te e ti dirò: "Mi scusi, signorina, ma siamo chiusi", e tu alzerai lo sguardo e sorriderai. "Be', io non sono chiusa." Un respiro. "Io sono apertissima. Amico."
0 commenti