Read, Set, Action! 🎬 Voldemort: Origins of the Heir

• P O T T E R H E A D S ,  B E W A R E •


Se mi seguite su Instagram, molto probabilmente saprete che sono freschissima di visione di Voldemort: Origins of the Heir. Ma non solo: grazie ai potenti mezzi Rai delle Instagram Stories, subito dopo ho buttato lì un'idea facendo partire un sondaggio per sapere se un'eventuale post sul tema sarebbe stato ben accolto oppure no. Risultato: plebiscito col 100% di voti a favore, quindi adesso ME TOCCA. Anzi, tiè, colgo pure al volo quest'occasione per inaugurare una rubrichetta a cui avevo pensato parecchio tempo fa ma che non riuscivo a far partire perché aspettavo il momento giusto: si tratta di Read, Set, Action!
Se al solo leggerne il nome avete automaticamente pensato a proiettori, cineprese, pellicole e tutto quanto attiene al mondo del cinema in generale, BINGO. Sarà una rubrica a cadenza casuale in cui si parlerà di film tratti da libri, di quanto fedelmente questi ultimi siano stati trasposti e delle eventuali modifiche per adattare le storie ad un mezzo completamente diverso da quello della carta stampata.

Mi sembrava la rubrica più giusta nella quale far rientrare il post di oggi, nonostante Voldemort: Origins of the Heir non sia esattamente una trasposizione a partire da un testo realmente esistente su Voi-Sapete-Chi... Ma andiamo con ordine.
Prima di partire col vero e proprio post, avrei qualche piccola premessa da fare.

Premessa n. 1

Non rileggo Harry Potter da tanto, e per tanto intendo ANNI, quindi i miei ricordi di tutti i vari dettagli e dettagliucci potrebbero non essere proprio freschissimi. Per fortuna si può sempre fare affidamento su Santa Wikipedia, protettrice di studenti e smemorati e dei poveri fessi che tentano di fare gli splendidi in chat.

Premessa n. 2

I potterhead sono per me come il rosso per i tori. E questo per una semplicissima ragione: sono dei maledetti estremisti invasati.
E adesso abbiate pazienza, ché sta per iniziare un breve spiegone in stile Ai miei tempi, che mai mi stanco e mai mi stancherò di ripetere: la sottoscritta ha iniziato a leggere Harry Potter before it was cool. Correva l'anno 1998, undici anni avevo, la prima media frequentavo [semicit.]. Un mio caro cugino, che non ringrazierò mai abbastanza, mi regala questo libro targato Salani con un ragazzino in copertina, senza occhiali e con un cappello a forma di topo. Mi immergo nelle avventure di questo maghetto mio coetaneo, scoprendo ed esplorando assieme a lui le sale di Hogwarts e crescendo con lui e con i suoi compagni di scuola man mano che uscivano tutti e sei i libri successivi.
In tutto ciò, durante gli anni delle medie, la gente mi prendeva in giro. Pesantemente. Lo facevano a prescindere, in realtà (cari, cari prepuberi...), figuriamoci quando hanno notato che osavo perdere il mio tempo leggendo quello stupido libro di cui nessuno aveva mai sentito parlare.
Arriva il 2001, arriva La pietra filosofale sul grande schermo. Da lì in poi, il caos. L'isteria collettiva. Tutti amicissimi di Harry, tutti scatenati fra gufi, bacchette e stemmi delle Case. E nella mia scatola cranica echeggiavano due semplicissime parole: MORTACCI VOSTRA.

Premessa n. 3

Le fanfiction mi fanno storcere il naso. Da sempre. Non ho proprio mai capito quale caspita di senso dovrebbero avere. Già mi urta quando uno scrittore scompare prematuramente lasciando in sospeso una saga di successo e questa viene poi ripresa e continuata da un collega (pur avendo amato la trilogia Millennium di Stieg Larsson, per esempio, sarà molto, molto, MOLTO difficile che io mi metta a leggere il seguito scritto da Lagercrantz), figuriamoci se potrebbe mai venirmi voglia di leggere le pippe mentali che qualche adolescente si fa su personaggi che ho amato e amo, buttando poi tutto su carta con una grammatica ed una sintassi spesso agghiaccianti. Non ce la posso proprio fare. Il mio cervello accetta come valide solo le vicende partorite dalla stessa mente che ha creato quel mondo letterario. Nel caso specifico, l'unico Harry Potter buono è l'Harry Potter della Rowling. E, no, nemmeno The Cursed Child, che mi repelle nonostante sia stato dichiarato canon da zia Row (certo, certo, come no...).
Completate queste premesse infinite, mi aggancio proprio all'ultima per tuffarmi nel cuore del post: Voldemort: Origins of the Heir è un prequel di HP, made in Italy, completamente fanmade e quindi per niente ufficiale. Anzi, persino osteggiato dal colosso Warner Bros durante la campagna di crowdfunding su Kickstarter per violazione del copyright, questione che si è poi risolta nel migliore dei modi solo dopo che la Tryangle Film, casa di produzione del lungometraggio, ha assicurato che l'opera sarebbe stata completamente no profit.


Così, dopo un piccolo intoppo, il 13 gennaio il prequel ha finalmente visto la luce su YouTube, raggiungendo molto rapidamente cifre da capogiro in termini di visualizzazioni (se non l'aveste ancora visto, potete gustarvelo qui).
In soldoni, Origins of the Heir rievoca quello che, secondo i fan che hanno scritto questa sceneggiatura, dovrebbe essere un breve periodo della vita di Tom Marvolo Riddle prima di diventare il temuto Lord Voldemort, quando ancora frequentava la scuola di Hogwarts e non aveva messo in atto il piano di creazione dei vari horcrux. Appoggiandosi sul sinistro avvertimento "Nemici dell'erede, temete", ricorrente ne La Camera dei Segreti, e sull'assassinio di Hepzibah Smith, discendente di Tosca Tassorosso, questi fan hanno poi inventato di sana pianta immaginando un quartetto di eredi (e qui mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensa la Rowling) dei quattro fondatori di Hogwarts, che ben presto si sfalda a causa delle idee un tantino razziste e guerrafondaie dell'erede di Salazar Serpeverde, cioè proprio il nostro amabile Tom.

Sulla trama non mi dilungo più di tanto, sia perché, davvero, non è che succeda granché e vi spoilererei quel po' di sostanza contenuta nel lungometraggio sia perché non è poi così... lungo, ecco, quindi se siete curiosi almeno un po' potete impiegare una cinquantina di minuti per dargli un'occhiata.
A proposito della lunghezza di questo prequel, per me è un po' un brodino annacquato. È di una lentezza incredibile dall'inizio (con un intro eterno) alla fine, con una totale mancanza di ritmo sia nella recitazione sia nei dialoghi, palesemente aggiunti in seguito, fuori sincrono e quasi rallentati di proposito... per essere sicuri di azzeccare la pronuncia inglese, forse? Con un ritmo più sostenuto sarebbe durato non dico la metà, ma almeno un terzo in meno. E sarebbe risultato più piacevole.


La cura di questo gruppo di fan si è chiaramente concentrata più sugli effetti speciali, sulla fotografia, sui costumi e sulle ambientazioni, godibili e fedeli alle atmosfere della saga, che su altro.
Ho trovato, ad esempio, eccessivi gli innumerevoli primi piani ad effetto, ammiccanti tanto quanto l'interpretazione dei vari attori, fonte di cringe non indifferenti, di stile un po' troppo "telenovelico". Ai livelli non dico di "Siediti Pedro, bevi qualcosa!" ma di certo, a tratti, ho avuto la sensazione che stesse quasi per assalirmi lo stesso nulla cosmico di quando, facendo zapping la sera, becco Un posto al sole su Rai3.
Per quanto riguarda il cast, poi, stona un po' il fatto che gli attori che interpretano gli Eredi adolescenti e quelli che li interpretano in età adulta siano palesemente coetanei, il che porta inevitabilmente alla perdita di verosimiglianza.

Certo, ribadisco, è un prodotto fanmade realizzato mediante raccolta fondi, ed è comunque obiettivamente notevole quello che sono riusciti a fare partendo da zero, ciò non toglie che la sensazione che mi è rimasta alla fine del lungometraggio è un grande MEH. E che continuerò a non sopportare le fanfiction. Peace! ✌️

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