Il racconto dell'ancella • Ponte alle Grazie 1 giugno 2017 brossura • 398 pagine € 16.80 • amazon.it | |
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
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Recensione
Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».È su questo passo della Genesi (30, 1-4) che si basa l'intera struttura della Repubblica di Galaad. Cos'è Galaad? Nient'altro che gli Stati Uniti d'America, in cui, a seguito di terribili guerre fra le superpotenze del pianeta, si instaura un regime totalitario teocratico. Più che di un colpo di stato, si è trattato di un lento mutamento e, a conferma del principio della rana bollita di Chomsky, tutti si accorgono di quanto insostenibile sia diventata la situazione quando è ormai troppo tardi.
Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».
Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei».
Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.
Scopo principale di questo sistema completamente fondato sulla religione è quello di arginare il problema del calo delle nascite dovuto ad un forte inquinamento radioattivo e chimico e così, ristabilita una società fortemente maschilista e patriarcale, le donne vengono completamente sottomesse. Riprendendo alla lettera - o stravolgendo di proposito - passi della Bibbia, l'indipendenza e l'emancipazione delle donne sono ora ritenute caratteristiche deplorevoli, appartenenti ad un periodo buio in cui si osava anteporre la carriera alla famiglia. A Galaad, una donna indipendente è una donna pericolosa, corrotta, deviata, indecente, anormale: l'unico destino accettabile e riconosciuto è quello della maternità, come il suo corpo dimostra in maniera inequivocabile.
Come in ogni distopia che si rispetti, c'è ovviamente dell'altro, raccontato magistralmente in maniera verosimile e dettagliata, centellinando con attenzione tutte le informazioni.
L'intera popolazione è stata divisa in categorie, ognuna con il proprio specifico compito: fra gli uomini, ad esempio, ci sono i Comandanti, che ricoprono le più alte cariche, gli Occhi, appartenenti ai servizi segreti, gli Angeli, cioè i soldati... Fra le donne, ci sono le Mogli e le Economogli, spose rispettivamente dei Comandanti e di uomini appartenenti a ceti sociali inferiori, le Marte, cioè le serve, le Nondonne (infertili e/o troppo anziane)... E poi ci sono le Ancelle.
Proprio come Bila è servita a Rachele per poter diventare madre, così le Ancelle vengono accolte nelle case dei Comandanti che non riescono a concepire un figlio con le proprie Mogli, con l'obbligo di sottoporsi ogni mese, nel momento di massima fertilità, ad un rituale di accoppiamento freddo ed asettico. Chiaramente, la responsabilità per la mancanza di un figlio viene sempre e soltanto attribuita alle donne: soltanto una donna può "non funzionare", mentre non viene minimamente presa in considerazione l'eventualità che sia l'uomo ad essere sterile.
È proprio la voce di un'ancella in particolare, Difred (così chiamata perché appartiene al Comandante Fred), che ci fa scoprire ogni singolo, terribile aspetto della vita a Galaad. Non potendo impiegarlo in maniera diversa, infatti, Difred passa praticamente tutto il suo tempo a pensare, ricordare, analizzare, osservare con una profondissima capacità di analisi.
Mi alzo, mi muovo nella luce del sole, i piedi nelle scarpe rosse senza tacchi, per risparmiare la spina dorsale e non per ballare. I guanti rossi sono posati sul letto. Li prendo, me li infilo, dito per dito. Tranne le alette che porto ai lati del viso, tutto è rosso: il colore del sangue, che ci definisce. La gonna scende sino alle caviglie, ampia, raccolta in uno sprone piatto che si allarga sul petto, le maniche sono lunghe. Anche le alette bianche sono dotazione obbligatoria; servono a impedirci di vedere, ma anche di essere viste. Il rosso non mi ha mai donato, non è il mio colore.Innanzitutto, questo stato di cose pare anche essere una reazione degli uomini alla seconda ondata femminista degli anni '70, quando il movimento di liberazione delle donne portava, per esasperazione, anche ad allontanarsi dal concetto di parità, con slogan che non facevano che ribadire l'inutilità degli uomini, ritenuti esseri rozzi e dannosi.
Paradossalmente, si arriva a formare una società basata proprio sul genere femminile, sul potere di dare la vita e di prestarsi per concedere il privilegio di avere un figlio a chi questo potere non ce l'ha, ma è quanto di più lontano ci possa essere da una società femminista. Le donne non hanno scelta, nessuna di loro, indipendentemente dalla categoria cui appartengono. La libertà non esiste, e se c'è è fittizia.
Si punta ad eliminare tutti gli orpelli della seduzione tipicamente femminile, arrivando addirittura a condannarli e demonizzarli come atteggiamenti "sconvenienti" perché, non dimentichiamocelo, c'è sempre questo fervore religioso di fondo.
Non sono ammessi desideri né passioni. Mai. L'obiettivo principale è la procreazione pura e semplice, con l'illusione - o la presuntuosa convinzione - di poter estirpare l'attrazione e l'amore che si possono provare per un'altra persona, di poter ridurre l'accoppiamento ad un semplice atto meccanico.
Incredibilmente, nonostante le Ancelle siano così importanti e il loro ruolo così fondamentale per la Repubblica di Galaad, pur vivendo protette (fin troppo protette e controllate), non viene loro riservato nessun trattamento di favore, nessun privilegio. Sono né più né meno degli strumenti, senza nessun diritto di scelta o voce in capitolo in merito alla loro esistenza. Sono dei beni, delle proprietà, delle macchine con finalità riproduttive: viene effettuata regolare "manutenzione" per essere sicuri che tutto sia perfettamente funzionante per accogliere una vita, ma per il resto viene completamente tolta loro la dignità di essere umano, a cominciare proprio dal loro nome. Sono soltanto, come dice Difred, "grembi con due gambe".
Dà una sensazione di forza dire delle sconcezze sul conto di chi ha il potere. È un divertimento, una disobbedienza, un gioco, un'impertinenza. È un incantesimo che li sgonfia, li riduce a comune denominatore dove si può venire a patti con loro.Il controllo, tuttavia, si estende alla vita di ogni singolo individuo: nulla che sia insolito rispetto alle abitudini, alle consuetudini, alla norma sfugge agli Occhi. Bisogna attenersi rigidamente alle regole e condurre una vita morigerata, la cui importanza è sempre apertamente sottolineata dalle Mogli, che non perdono occasione per mostrarsi pie e devote. Peccato che Dio, la fede, la religione siano soltanto un pretesto, il più classico dei modi per tenere sotto controllo la popolazione e assicurarsi che tutti restino su binari posati con così tanta attenzione. Le preghiere sono vuote, meccaniche (letteralmente), recitate, preferibilmente in pubblico, per ostentare fede e timore di Dio.
Sono una profuga dal passato, e come altri profughi ricordo le usanze e le abitudini di vita che ho lasciato o sono stata costretta a lasciarmi alle spalle, tutto sembra così strano, da qui, che ne sono ossessionata.Purtroppo, dato che Difred ha conosciuto anche un'epoca di libertà, le è impossibile riuscire ad adattarsi completamente alla nuova realtà senza che le rimanga una pur minima speranza di riuscire a riconquistare la propria indipendenza, un giorno. Nel frattempo, è inevitabile che venga colta dalla nostalgia di momenti e dettagli banali, cui di solito non si farebbe caso, ma la cui assenza pesa enormemente quando, come a Galaad, la vita cambia in maniera così radicale.
Sono solo i primi anni di regime, dopotutto, ed è normale che sia ancora forte la memoria del "prima". I Comandanti sono più che sicuri che questi pensieri inutili e dannosi spariranno con le successive generazioni.
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L'autrice
Margaret Atwood, una delle voci più note della narrativa e della poesia canadese, è nata a Ottawa nel 1939. Nella sua prolifica carriera ha pubblicato una quarantina di libri tra romanzi, racconti, raccolte di poesia, libri per bambini e saggi. Più volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, ha vinto il Booker Prize nel 2000 per L'assassino cieco e nel 2008 il premio Principe delle Asturie.
4 commenti
Ho letto pareri molto contrastanti su questo libri: c'è chi lo ha amato incondizionatamente e chi l'ha detestato. A me attira particolarmente per i temi: distopia, ruolo delle donne...i'm in! Vorrei leggere prima il libro e poi gettarmi a capofitto nella serie tv e questa recensione mi ha dato un motivo in più per accelerare i tempi!
RispondiEliminaSI'! SI'! Si e di nuovo sì! Ero stracuriosa di leggere questo libro sin dal momento in cui ne avevo sentito parlare e leggerne la tua recensione entusiasta non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo in proposito! Non vedo l'ora di metterci sopra le zampe!
RispondiEliminaHo appena finito di leggere 'Il Racconto dell'Ancella' e nella mia testa continua a girare una scimmia che urla 'NO'. Ancora e ancora. Totalmente stregata dalla lettura mi sono ritrovata inevitabilmente ad affezionarmi, a legarmi alla sorte della protagonista, tanto da perdermi nella sua testa senza neanche rendermi conto di non sapere nemmeno il SUO NOME, almeno fino a lettura conclusa. Ma... sono rimasta a secco. Senza un'informazione. Senza un vero e proprio finale. Senza sapere cosa sia stato di lei o avere un'idea precisa e definita di tutto ciò che non viene raccontato da lei stessa. E fa MALE entrare così tanto a far parte della testa, della vita di qualcuno per poi esserne buttati fuori con un semplice spintarella. Per poi ritrovarsi il nulla, nemmeno un'ombra, laddove prima c'era un mondo. Soffro enormemente. E questo mi fa capire quanto mi sia piaciuto il libro. Quindi GRAZIE. Ma ti odio XD
RispondiEliminaNUOH, non mi odiarmi!
Elimina...aspetta di leggere Gargoyle! 😂