• Recensione •
La moglie del califfo di Renée Ahdieh

• Autore: Renée Ahdieh
• Titolo: La moglie del califfo
• Editore: Newton Compton
• Data di pubblicazione: 4 febbraio 2015
• Pagine: 369
• Formato: copertina rigida
• Prezzo: € 10.00
• eBook: € 2.99
• Dove: Amazon.it
Al calar del sole sul regno di Khalid, spietato califfo diciottenne del Khorasan, la morte fa visita a una famiglia della zona. Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere dopo aver consumato le nozze, prima che arrivi il nuovo giorno. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest'angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola finirà per innamorarsi proprio di Khalid, che in realtà è molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per interrompere una volta per tutte questo ciclo che sembra inarrestabile.
Recensione
Le notti d'Orieeeeente, con la luna nel bluuuuu...
Non farti abbagliar, potresti bruciar di passione anche tuuuu...

Durante la lettura de La moglie del califfo non si può, proprio non si può fare a meno di ripensare all'opening di Aladdin per tutto il tempo. Inevitabile, direi, dato che si tratta di un retelling - una nuova versione, una rilettura, per dirla in italiano - della famosissima raccolta di novelle orientali Le mille e una notte. Nella versione originale, risalente all'incirca al X secolo, il re persiano, colpito al cuore e all'orgoglio dal tradimento di una delle sue mogli, prende la deprecabile abitudine di uccidere tutte le sue spose all'alba del giorno dopo le nozze. La serie di omicidi viene interrotta dall'arrivo a palazzo di Shahrazad, figlia del Gran Visir, che decide di offrirsi in sposa al vendicativo re certa di riuscire a distoglierlo dalle sue sanguinose intenzioni con dei racconti che si protrarranno, appunto, per mille e una notte.

Gli ingredienti di base del libro della Ahdieh sono pressoché gli stessi, a cui vanno aggiunte le varie libertà che si è presa l'autrice, a cominciare dalla ragione per cui Khalid Ibn al-Rashid, califfo del Khorasan, fa giustiziare le sue novelle spose all'alba, scatenando le ire della popolazione di Rey, capitale del califfato. Quando arriverà il turno di Shiva, la sua migliore amica, Shahrzad al-Khayzuran, ragazza coraggiosa e ostinata, prenderà la decisione di offrirsi volontaria per diventare la nuova moglie dal califfo Khalid, con l'intento di prendere tempo con i suoi racconti notturni e vendicare Shiva togliendo la vita al califfo.
Vivrò abbastanza da vedere il sole tramontare domani. Non farò errori. Giuro che sopravvivrò per tutti i giorni che ci vorranno.
E ti ucciderò.
Con le mie mani.
Con i suoi sforzi, il suo sangue freddo e il suo bel caratterino Shahrzad riuscirà a prolungare la sua permanenza a palazzo; la situazione si complicherà per motivi che ovviamente io NON vi svelo, che faranno vacillare la sua volontà ma le permetteranno di scoprire cosa nasconde l'atteggiamento costantemente freddo e distaccato del califfo e cosa c'è dietro la morte di così tante ragazze.

Inizialmente, questo libro mi stava preoccupando: forse parte un po' a rilento, forse ho iniziato a leggerlo quando non potevo dedicargli molta attenzione, fatto sta che nelle prime pagine ho fatto fatica a lasciarmi catturare. Avevo paura di rimanere delusa, che fosse un romanzetto insapore, anche a causa di alcuni dettagli negativi che tuttora mi lasciano perplessa. Ad esempio, soprattutto all'inizio, ho trovato che le descrizioni dei personaggi - quelli maschili, in particolare - fossero eccessive, superflue e forse anche un po' ripetitive, il cui unico scopo sembrava quello di rimarcare la loro avvenenza e perfezione quasi innaturale. La loro gestualità, poi, dava l'impressione di essere un deja-vu di scene di film, dal sapore hollywoodiano, in cui anche il minimo gesto diventa intenso e plateale. Tutto, insomma, è quasi troppo perfetto, anche se in effetti, da un certo punto di vista, questo ha contribuito a creare l'atmosfera esotica e fiabesca necessaria.
In più, non ho trovato pienamente convincente la ragione che spinge il califfo a far giustiziare le sue spose, ma qui evito di scendere nel dettaglio per non rivelare troppo. 

Altro punto dolente (e ricado sempre lì): il linguaggio utilizzato dai personaggi. Non capisco se sia un problema di inesperienza, di pigrizia, o forse perché ci si rivolge ad un tipo di lettori che non ci fanno troppo caso o che non apprezzerebbero un linguaggio più ricercato e consono, ma alcuni autori di storie che si svolgono in un preciso contesto peccano nella scelta del registro linguistico, il più delle volte completamente scollato dall'atmosfera che si respira o dalle personalità e dai ruoli dei personaggi. Nel caso de La moglie del califfo, molte volte sono rimasta stupita dall'eccessiva disinvoltura con cui Sharzhad si rivolge al califfo suo marito, dalla confidenza che tutti sembrano avere con tutti dopo pochissimo tempo, o proprio dall'uso di parole ed espressioni che appartengono più alla nostra epoca che al Medio Oriente del X secolo.

Mi ha lasciata un po' insoddisfatta anche il fatto che non venga spiegato da dove Sharzhad prenda le idee per le storie che racconta a Khalid. Le inventa al momento? Sono una tradizione di famiglia o della gente del posto in cui è cresciuta? Dato che si tratta di una duologia, ci sarà un seguito, ma nulla fa pensare che l'argomento dei racconti verrà ripreso nel secondo libro per essere approfondito. A proposito del secondo libro, The rose and the dagger, che uscirà in lingua originale il 26 aprile, spero proprio che per l'edizione italiana venga scelto un titolo migliore di quello del primo libro. Mi chiedo: proprio non c'era un'alternativa che permettesse di rispettare il più possibile il titolo originale, molto più evocativo e d'impatto di questo scelto dalla casa editrice, che ricorda invece i romanzetti Harmony?

A parte questi dettagli, La moglie del califfo è una storia che fa sognare, grazie agli innumerevoli dettagli esotici ed all'onnipresenza dei profumi di spezie, fiori e pietanze tipiche che rendono ancora più credibile, calda e avvolgente l'atmosfera mediorientale. Nella lussureggiante vita a palazzo presto si insinueranno alcuni elementi magici, la realtà arriverà a confondersi con le storie che Shahrzad racconta ogni notte e le relazioni fra i vari personaggi si intensificheranno e si complicheranno progressivamente, rendendo praticamente impossibile interrompere la lettura.
Voto

Una storia magica,
un libro da non perdere per tuffarsi in un mondo fiabesco
fatto di intrighi e passioni!

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3 commenti

  1. Molto bella questa recensione :)
    Anch'io credo che il titolo non sia proprio adatto, ma figurati che all'inizio il titolo che volevano dargli era La moglie bambina...non c'è andata tanto male alla fine. ^^'

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  2. Bella recensione! Questo romanzo ce l'ho in w.l. già da un pò e spero di poterlo prendere tra poco;)

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