Recensione
Ci sono momenti, forse dovuti ad un particolare allineamento dei pianeti, forse al karma che ha deciso di premiarti per qualcosa, forse ad invisibili e benevole entità cui sta a cuore la mia vita da lettrice, in cui mi capitano in mano dei libri meravigliosi, che mi lasciano a bocca aperta dall'inizio alla fine, per incredibili botte di... fortuna.Mi è capitato alcune volte, in passato, ad esempio con Il circo della notte di Erin Morgenstern, trovato nell'estate 2016 per 3-4 euro in una bancarella a Castellaneta Marina, nel periodo in cui non era ancora uscita l'edizione economica e quella rilegata era praticamente introvabile.
Mi è capitato, evidentemente, ancora una volta con Gargoyle di Andrew Davidson, scambiato assolutamente per caso con una ragazza tramite Accio Books. Non avevo mai sentito parlare di questo libro, non ricordavo di aver mai visto la copertina, eppure mi ha attirata subito quando ho dovuto fare la scelta per lo scambio. Mai scelta fu più azzeccata, e la botta di... fortuna si amplifica quando scopro non solo che questo romanzo è del 2008, ma che è anche fuori catalogo. Quindi questa è sì una recensione, ma diventa automaticamente anche un implorante appello alla Mondadori perché ristampi Gargoyle appena può. Non può rimanere fuori catalogo, non merita di finire nel dimenticatoio!
(Nel frattempo, vi consiglissimo di recuperarlo in qualche modo, tramite Libraccio o, che so, eBay, perché merita troppo.)
L'amore è un'azione che bisogna ripetere incessantemente.Gargoyle è una storia di dolore e di amore, di fede, di rinascita.
Con un inizio crudo, forse eccessivamente, facciamo la conoscenza del protagonista, di cui non si conoscerà mai il nome, che ci descrive minuziosamente il terribile incidente automobilistico che da affascinante pornoattore lo trasformerà in una sorta di relitto umano sfigurato dal fuoco perché, sì, la sua auto, dopo aver sfondato un guardrail ed essere precipitata nel vuoto, prende anche fuoco. Giusto per non farsi mancare niente.
Deliberatamente provocatorio, cinico, duro, il protagonista ci invita ad immedesimarci nelle sue sofferenze fino a farci sentire a disagio (durante la lettura, giuro, mi contorcevo sulla sedia), non risparmiandosi nei dettagli sulla sua condizione e sui trattamenti cui deve essere sottoposto per potersi rimettere in sesto.
Realista e ateo, mal sopporta tutta la retorica dei buoni sentimenti che porta molte vittime di incidenti a trovare a tutti i costi del buono in una situazione tragica come questa, prendendola come un'opportunità da cogliere per iniziare una seconda vita o credendo ci sia dietro un preciso disegno di Dio. Sapendo di non poter sopportare, una volta fuori dell'ospedale, di continuare la sua vita ridotto a quel modo, arriva perfino, con incredibile lucidità, a pianificare il suo suicidio in modo da avere la certezza della sua riuscita.
Durante la sua degenza fa la conoscenza di Marianne Engel, una giovane donna che spesso viene ricoverata nel reparto psichiatrico della stessa struttura e che inizia a fargli visita sempre più spesso, nonostante medici ed infermiere tentino di impedirlo, perlomeno all'inizio. Scultrice di grotesque e di gargoyle che, alla maniera di Michelangelo, "libera" dalla pietra in cui sono imprigionati, afferma di aver vissuto nientemeno che settecento anni fa, nel 1300, in Germania, precisamente nel monastero di Engelthal.
Fin dalla sua prima visita, Marianne lascia intendere che ci sia molto di più dietro l'incidente del protagonista, come se fosse stato vittima del fuoco diverse volte nel corso della Storia, e che fra loro ci sia un profondo legame antico di secoli. Per provarlo, la donna inizia a raccontare la sua infanzia e la sua giovinezza ai tempi del Basso Medioevo all'interno del monastero, un racconto intriso di fervore religioso e misticismo che il protagonista segue, ovviamente, con scetticismo, pur rimanendone profondamente affascinato. Così come affascinanti sono state, per me, le descrizioni delle attività all'interno dello scriptorium del monastero, luogo a cui Marianne sarebbe stata assegnata come scrivana grazie alla sua strabiliante capacità di comprendere e tradurre praticamente qualunque lingua.
Un tempo avevo conosciuto una donna che si immaginava l'amore come un bel cane robusto che insegue il bastone che gli lanci e te lo riporta felice con le orecchie che ballonzolano. Un affetto leale, assoluto. E io avevo riso di lei perché anche allora sapevo che l'amore non è così. È una cosa delicata che necessita di coccole e protezione. L'amore non è forte e non è resistente. L'amore crolla a pezzi sotto qualche parola dura, o viene annientato da pochi gesti disattenti. Non è per niente un cane risoluto, è più simile a un minuscolo lemure.Sembrerebbe, fino a questo punto, che le vicende da seguire siano due: quella presente e quella passata. Ma Marianne non si limita a rievocare la sua vita medievale e questo incontro avvenuto secoli prima con il protagonista. Il suo racconto è intervallato da una serie di storie riguardanti persone, che lei avrebbe conosciuto, vissute in momenti diversi della Storia, persone dalle vite straordinarie tutte accomunate da un intenso amore verso qualcun altro e dai sacrifici compiuti in nome di questo amore.
Grazie a Marianne, ai suoi racconti e all'amore che sente di provare per lei senza ben capire perché, il protagonista affronta il percorso di riabilitazione accantonando i suoi propositi suicidi. Senza tirare in ballo la solita metafora della fenice, per lui quell'incidente è uno spartiacque, che gli permette di chiudere una fase della propria vita fatta di solitudine e di piaceri effimeri per iniziarne una nuova, non prima di aver attraversato (letteralmente?) il suo personale inferno dantesco.
Voto
L'autore
Andrew Davidson è nato a Pinawa, Canada. Laureatosi in letteratura inglese, ha fatto l’insegnante d’inglese per svariati in Giappone, prima di ritornare a Winnipeg, Canada, dove oggi vive. Gargoyle è il suo primo romanzo .
3 commenti
E sono qui di nuovo, affascinata e sorpresa, nello scoprire che finirò con l'aggiungere anche questo titolo alla mia infinita wishlist. Ci sono cascata con tutte le scarpe quando avevo visto la copertina... ma poi mi racconti che di mezzo c'è anche il medioevo ed è la fine.
RispondiEliminaOra il problema è... dove lo trovo?
Laila
PS: Devo nuovamente ringraziarti perché ho scoperto AccioBooks grazie a te ed è diventato una grande fonte di gioia e scambi proficui. Cercavo un sito in cui scambiare/vendere da parecchio, quindi è stata una bella botta di... fortuna! Vado a cercare la prossima recensione. Sembra che oggi sia in un buon mood!
Mi fa piacerissimo perché questo libro l'ho trovato MERAVIGLIOSO.
EliminaPare ci sia su Libraccio, sia in versione rilegata che in brossura!
Salvatrice *^*
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