A New Week Incipit 📖 La donna perfetta - Ira Levin

By - 29.10.18
TBS The Book Seeker A New Week Incipit
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In questo lunedì nebbioso, grigissimo, ventosissimo, durante il quale molto probabilmente farò la fine di Dorothy e Toto volati via dal Kansas con tutta la loro casa, ho scelto di augurarvi un buon inizio di settimana con La donna perfetta di Ira Levin.

Pubblicato in Italia per la prima volta nel 1973 con il titolo La fabbrica delle mogli, questo brevissimo ed inquietantissimo romanzo incentrato sul tema dell'emancipazione del genere femminile è stato poi trasposto per il grande schermo prima nel 1975, diretto da Bryan Forbes, e poi nel 2004, diretto da Frank Oz, con Nicole Kidman, Matthew Broderick, Glenn Close, Bette Midler e Christopher Walken.

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Ecco quindi l'incipit seguito dalla sua scheda completa di trama e da alcune info sull'autore e, mi raccomando, fatemi sapere se vi è venuta voglia di recuperarlo!

Incipit

La signora incaricata dell'accoglienza, sessant'anni almeno, ma efficiente nel darsi un aspetto giovane e vivace (capelli arancioni, labbra scarlatte, abito giallo sole), rivolse a Joanna uno scintillio di occhi e denti: «Vi piacerà stare qui, sicuro! Una cittadina simpatica con gente simpatica! Non avreste potuto fare una scelta migliore!» La sua borsa di pelle marrone, a tracolla, era enorme, vecchia e consunta: ne estrasse, consegnando il tutto a Joanna, bustine di latte in polvere, minestre liofilizzate, una mini-scatoletta di detersivo biodegradabile, un libretto di buoni sconto validi in ventidue negozi locali, due saponette, fazzoletti deodoranti...
«Basta, basta» implorò Joanna, ferma sulla soglia, le mani cariche. «È troppo. Basta. Grazie».
L'incaricata dell'accoglienza mise un flaconcino di acqua di colonia in cima a tutto il resto, tornò a frugare nella borsa («No, dico davvero» gemette Joanna) e ne trasse un paio di occhiali dalla montatura rosa e un piccolo taccuino ricamato. «Curo la rubrica "Chi c'è di nuovo in città"» spiegò con un sorriso inforcando gli occhiali. «Per il Chronicle». Andò a pescare in fondo alla borsa una biro, che fece scattare con il pollice dall'unghia laccata di rosso.
Joanna raccontò da dove venivano lei e Walter; cosa faceva Walter e presso quale ditta; i nomi e l'età di Pete e Kim; cosa faceva lei prima della loro nascita; quali università lei e Walter avevano frequentato. Scalpicciava impaziente mentre parlava, ferma sulla soglia, con le mani ingombre e Pete e Kim fuori dal suo controllo audiovisivo.
«Ha hobby o interessi particolari?»
Joanna stava per infilare la scorciatoia del no, ma si trattenne: una risposta particolareggiata, che comparisse sul quotidiano locale, avrebbe potuto essere un razzo segnalatore per altre donne come lei, potenziali amiche. Quelle incontrate nei giorni precedenti, che vivevano nelle case vicine, erano abbastanza affabili e cortesi, ma parevano completamente assorbite dai lavori domestici. Forse, conoscendole meglio, avrebbe scoperto in loro riflessioni e impegni più profondi, comunque poteva essere opportuno lanciare quel razzo. Perciò: «Sì, parecchi» rispose. «Gioco a tennis tutte le volte che ne ho l'occasione, e sono una fotografa semiprofessionista...»
«Oh?» mormorò l'incaricata dell'accoglienza, prendendo nota.
Joanna sorrise. «Il che significa che un'agenzia ha in mano tre delle mie foto. E poi m'interesso di politica e del Movimento di Emancipazione Femminile. Soprattutto di quest'ultimo. E anche mio marito».
«Anche lui?» L'incaricata dell'accoglienza le lanciò un'occhiata.
«Sì» confermò Joanna. «Parecchi uomini se ne interessano». Non si addentrò nella spiegazione sui vantaggi per entrambi i sessi, volse invece la testa verso l'interno della casa e tese l'orecchio: un pubblico televisivo rideva nel tinello e Pete e Kim litigavano, ma al di sotto del livello che necessita di un intervento. Sorrise alla donna che aveva davanti. «Lui si interessa anche di barche e di football» aggiunse, «e fa raccolta di documenti legali del periodo coloniale». E così anche Walter aveva mandato il suo razzo segnalatore.
L'incaricata dell'accoglienza prese nota, richiuse il taccuino e fece scattare la penna. «Magnifico, signora Eberhart». Sorrise e si tolse gli occhiali. «Sono certa che le piacerà moltissimo stare qui» affermò, «e desidero darle un sincero e cordiale benvenuto qui a Stepford. Se le occorressero informazioni sui negozi e i servizi locali, non esiti a telefonarmi. Il numero è qui, sulla copertina del libretto di sconto».
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Scheda libro

La donna perfetta Ira Levin La fabbrica delle mogli Beat Superbeat horror
Ira Levin • La donna perfetta
BEAT • 1973 (I ed.) • brossura • 183 pagine • € 12.00 • amazon.it

L'autore

Ira Levin (1929-2007) è stato un romanziere e drammaturgo statunitense. Tra i suoi libri: Rosemary’s Baby, I ragazzi venuti dal Brasile (entrambi già pubblicati da BIG SUR), Un bacio prima di morire, La donna perfetta, Questo giorno perfetto. Elogiato da scrittori come Chuck Palahniuk, Stephen King e Truman Capote, nella sua lunga carriera letteraria ha vinto il Prometheus Award e, per tre volte, l’Edgar Allan Poe Award. Dalla maggior parte dei suoi scritti sono stati tratti film di successo. Nel 2003 viene premiato con il Mystery Writers of America Grand Master.

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2 commenti

  1. Sì, vorrei assolutamente recuperarlo... in parte perché è da sempre considerato un grande classico, e in parte perché di Levin ho già avuto occasione di leggere "Rosemary's Baby", alcuni anni fa. Inutile specificare che lo trovai semplicemente geniale! *____*

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    1. Vale davvero la pena recuperarlo, e poi è talmente breve che si legge in un soffio :D

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